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L’URNA CINERARIA DI FILETTI SUPERIORE

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         Era il 1998, verso la fine di ottobre.
Siamo in località Filetti Superiore, proprio lungo la via Latina, quando questa attraversato in linea retta tutto l’ovale del Campo d’Aviazione, si avvia verso Piedimonte.

Un agricoltore sta arando, e come nel più classico dei ritrovamenti, inciampa in qualcosa che sembra un vaso. L’agricoltore, benemerito dobbiamo dire, che risponde al nome di Angelo Mattia non ha fatto come tanti altri che in simili casi hanno distrutto e hanno tirato avanti per non aver fastidi, ma ha lasciato il terreno e è andato ad avvertire sia il Comune che la stazione dei Carabinieri.
Qualche giorno dopo giungono alcuni esperti dalla Soprintendenza Archeologica e con l’aiuto degli operai del Comune di Aquino, che nel frattempo hanno recintato il punto del ritrovamento con stecche e nastro, cominciano piano piano a scavare attorno al punto, naturalmente con attrezzature semplici, a mano, in un’area di alcuni metri quadrati.


Mano mano che si scavava si aveva la conferma che si trattava di una grossa anfora, quasi sicuramente un’urna cineraria, un vaso di terracotta cioè, dove venivano riposte le ceneri della persona defunta che veniva bruciata.
A copertura dell’urna si notava un pezzo di ferro tutto arrugginito.
Lo scavo è durato quasi tutta una giornata, il grosso vaso è stato, insieme a quello che sembrava una lastra piegata e arrugginita, avvolto in cartone, cellofanato e poi legato a un “bancale” e in questo modo è stato sollevato fin sul cassone di un camioncino e così è stato portato all’interno del Municipio di Aquino e messo a “stazionare” proprio nell’ufficio del Sindaco. Lì ha sostato per diverso tempo, poi spostato nell’ufficio di segreteria, e dopo l’apertura del Museo, trasportato in quella più opportuna sede.
Così è stato fino a poco tempo fa, quando l’Amministrazione comunale, ha potuto procedere a farlo restaurare e ad esaminare quella che all’interno dell’urna sembrava solo terra e nulla più.
Invece era effettivamente un’urna cineraria, e il pezzo di ferro, una lamina in piombo con cui era stata sigillata, e rimossa e “accartocciata” solo dalla punta dell’aratro….. in mezzo alla terra…. sono stati trovati frammenti di ossa e si è anche potuto stabilire a chi appartenevano… un uomo tra i 50 e i 60 anni, sofferente di artrosi.
L’urna e le ceneri lì risposte, risalgono al 1° secolo a.C.
Oggi questo reperto, restaurato insieme alla lamina di copertura, fa bella mostra di sé nel Museo della Città di Aquino.



Foto di Tonino Grincia

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