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PREMIO S. TOMMASO
10 MARZO 1991
XVII EDIZIONE
Il “premio San Tommaso” giunto alla XVII nel 1991edizione, è un concorso culturale nato alla fine degli anni ’70, per iniziativa di un gruppo di studenti aquinati. E’ stato poi “ripreso” dal giornale “La voce di Aquino” per alcuni anni, e poi dall’Amministrazione Comunale.
Dal 1981 è consistito in un concorso, a tema vario, in genere di storia locale, riservato agli alunni delle scuole medie inferiori della provincia di Frosinone.
Ha proseguito la sua esistenza fino all’anno giubilare del 2000, giungendo alla XXV edizione.
In tale occasione il concorso è stato riservato anche agli studenti delle scuole medie superiori; come epilogo alla prima parte della sua storia, è stato istituito anche un “Premio San Tommaso speciale” riservato ad uno studioso del pensiero di San Tommaso d’Aquino.
E’ il primo in cui il Sindaco Grincia rivolge il suo saluto ai partecipanti:
A tutti voi, che avete voluto raccogliere il nostro invito, va il mio ringraziamento e anche il mio apprezzamento, perché non sempre manifestazioni di questo tipo fanno rinunciare a momenti domenicali forse più attraenti di questo.
Perciò un ringraziamento particolarmente sentito va ai giovani e agli alunni, che oltre a sentire com’è giusto il richiamo di appuntamenti ludici e ricreativi, non trascurano gli appuntamenti culturali che in tanti avvertono necessari per una più completa formazione umana e spirituale.
Del resto, anche se oggi si risponde a questi richiami in maniera sempre più massiccia e consapevole per il notevole ampliamento dei mezzi di educazione e formazione, il nostro incontro annuale con alunni, insegnanti, uomini di cultura e pubblici amministratori, non è stato mai trascurato, anche se per un certo periodo ha subito qualche breve interruzione.
Siamo alla diciassettesima edizione di una manifestazione nata tanti anni fa nell’ambito delle annuali celebrazioni della ricorrenza della morte di San Tommaso di Aquino, un nome che fa intimidire anche al solo citarlo, dato l’enorme spessore intellettuale e spirituale del personaggio.
Non era pensabile che per una tale gloria di questa terra, che fa volare il nome della nostra città “Per gli spazi e per il tempo” come ebbe a sottolineare in questa città il Papa Paolo VI, non si assumesse qualche iniziativa che richiamasse tanto nome ai conterranei, al di fuori delle consuete sedi religiose.
Una iniziativa partita in maniera alquanto avventurosa al di fuori delle istituzioni, con pochi mezzi e tanto entusiasmo.
Oggi di diverso c’è solo il fatto che la manifestazione è stata istituzionalizzata come era giusto, e in tal modo sono diminuite le difficoltà organizzative, ma quello che era lo spirito iniziale e cioè il coinvolgimento degli alunni delle nostre scuole, quello è rimasto inalterato.
Certo, se pensiamo al nome del premio e chi si vuol ricordare, questa iniziativa appare cosa più che modesta, ma penso che non sia fuori luogo tener viva in questo modo tra i suoi conterranei, tanta memoria: partire dalle menti più giovani e in via di formazione, per accostarsi a questa figura che pare irraggiungibile, e in parte lo è per quel che riguarda l’immensa produzione intellettuale, ma che si lascia accostare da tutti quando guardiamo alla sua vita, alla semplicità dei suoi gesti, alla bontà del suo animo, comportamenti tanto “alla mano” diremmo oggi, che non lasciavano supporre tanta potenza di pensiero a chi lo avvicinava per la prima volta.
E proprio questa semplicità su cui di rado gli studiosi del suo pensiero si soffermano, può costituire la chiave per rendere meno faticose l’approccio alla sua personalità, e può costituire un esempio e un punto di riferimento per quanti, e sono sempre meno, non si lasciano contagiare dallo sfrenato esibizionismo oggi dominante in tutti i campi.
Affermava lo scrittore inglese Chesterton “qualunque uomo può essere un santo con l’aggiunta di qualcosa di unico e universale. Quello che fa di lui un uomo straordinario è l’essere quasi sempre pronto a confondersi con la gente ordinaria nel suo più nobile significato. Nel santo, nessun desiderio di distinguersi; la sua superiorità consiste appunto nel non voler essere un uomo superiore”.
Una lezione bruciante per i tanti vanagloriosi di oggi, spesso pieni solo di fumo, una lezione di modestia che ci viene da chi è stato definito da più di qualcuno “la più grande mente che sia mai apparsa sulla terra”.
Una santa “normalità” tra virgolette, che è stata sempre avvertita tra la gente della sua terra, che verso di lui, forse al contrario di buona parte degli studiosi, ha mostrato e mostra la venerazione spontaneamente sentita per un uomo santo, e il profondo rispetto per una mente che sa eccezionale.
E’ questa stessa gente che, senza soggezioni di sorta e senza badare alla tante raffigurazioni che, quasi inavvicinabile lo ritraggono in cattedra a tener lezione, sempre al di sopra di tutti gli altri, a lui si accosta per chiedere se non miracoli, protezione per mantenere sanità e lucidità mentale e saggezza; una richiesta di protezione spontaneamente nata in tempi lontani e che resiste anche ai nostri giorni, a quel che sembra solo nel nostro territorio.
Perciò una semplicità vera e come tale riconosciuta dalla gente comune, una semplicità che, mi piace pensare, gli faccia ben accettare la cerimonia di questa sera.
Del resto, nel mondo non mancano ricordi, celebrazioni e studi del suo pensiero adeguati e di rilevantissimo spessore scientifico da parte delle più alte autorità della Chiesa, del suo Ordine, e degli innumerevoli Istituti, centri religiosi e filosofici e Università a lui intitolati.
Non voglio con questo giustificarmi perché la formula del premio non è stata in qualche modo aggiornata come da qualche parte si chiede, ma anche se si riusciranno a superare difficoltà organizzative che non mancano mai, è indubbio che continueremo ad essere aperti e disponibili verso gli alunni delle scuole medie che con la loro partecipazione hanno fatto sì che questa manifestazione raggiungesse la diciassettesima edizione.
A loro sarà riservato ancora il compito di conoscere e farci conoscere gli uomini e le opere culturali e materiali che hanno fatto la cultura della nostra terra, per promuovere anche attraverso queste ricerche, quella conoscenza che ci ha affrancato da secoli di soggezione e che ci rende sempre più liberi.
Questo ci insegna l’Aquinate a cui il premio è intitolato, Uomo di cultura per eccellenza che ha dedicato l’intera esistenza alla ricerca della verità, in questo caso della verità suprema.
Questa ricerca della verità ci illustrerà il relatore professor Sanchez dimostrandoci che l’itinerario della mente umana per giungere a Dio, è sempre quello di San Tommaso, nonostante i diversi tentativi di renderlo oscuro, itinerario che si conclude e si concluse con la certezza razionale dell’esistenza di Dio, supporto essenziale anche se non determinante della fede.
Ecco, perché quel tipo di cultura di cui ho parlato un momento fa, continua ad essere spinta e lievito per i nostri adolescenti; rivolgo un appello perché siano presenti anche in futuro, agli operatori culturali chiamati a tale compito per vocazione e professione, e cioè ai presidi e agli insegnanti che di nuovo ringrazio per quanto hanno fatto e quanto faranno anche negli anni a venire oltre naturalmente ai fruitori del loro insegnamento e cioè agli alunni.
Sono certo che con la collaborazione di tutti, compresi i pubblici amministratori, arriveremo a quell’arricchimento culturale e alla conoscenza del mondo e degli uomini, che veramente ci farà liberi in maniera più completa e consapevole, secondo l’intento di San Tommaso d’Aquino.
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