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PELLEGRINAGGIO DELLA STATUA DELLA MADONNA DI CANNETO
26 settembre 2000
Nel settembre dell’anno giubilare, la veneratissima statua della madonna di canneto, proveniente dall’omonimo santuario della valle di canneto, è stata portata in pellegrinaggio in diversi paesi della diocesi di Sora Aquino Pontecorvo.
La sera del …. è stata accolta anche ad Aquino nella chiesa della Libera, presenti il vescovo, il sindaco, il parroco, proveniente con una lunga processione da Pontecorvo, lungo la strada provinciale Aquino-Pontecorvo, illuminata ai due lati da migliaia di lumini lungo tutta la sua lunghezza.
La statua della Madonna “Nera” di Canneto ha sostato per tre giorni nella Cattedrale, dopo di che è partita per Piedimonte dal piazzale del cimitero comunale.
In questa occasione è stata scoperta una grande lapide sul muro adiacente l’ingresso principale per ricordare l’avvenimento nonché la ricorrenza dei duemila anni della nascita di Cristo, e lo stesso piazzale “da cui gli aquinati partono ogni anno per quel santuario”, è stato intitolato alla Madonna di Canneto.
In questa occasione il sindaco Grincia ha rivolto agli aquinati le parole che seguono:
Concittadini,
signor Rettore del Santuario di Canneto, signor Parroco di Aquino, è con grande difficoltà che pronuncio quest'oggi queste parole di saluto alla veneratissima immagine della Madonna Nera di Canneto, perché non so se riuscirò a fare da portavoce ai sentimenti di Voi, miei concittadini, che chissà quante cose avete nel cuore in questo momento, quali pensieri, quali e quanti ricordi portate con voi, chi da lunghi anni, chi, solo da pochi anni, ma tutti, uniti da un forte sensi di appartenenza a questa tradizione e a questo culto.
E' un atto dovuto però, anche se non facile, perché non siano solo le parole di quelli che ci sono maestri nella fede ed esprimere le ragioni e le motivazioni di un culto così profondamente sentito.
Anche chi vi rappresenta come comunità civile, nel vostro vivere quotidiano, e che conosce tante cose di voi, tanti problemi, tante preoccupazioni, ma anche tante gioie, per una volta, ed in un'occasione così speciale deve far sentire la sua voce per ricordare un culto così antico, così corale, un culto così sentito da tutti noi Aquinati ed ampiamente testimoniato non solo dal secolare pellegrinaggio di ogni anno, ma da tante altre visite che nel corso dell'anno, vengono compiute, da quando la comodità del trasporto consente di raggiungere il santuario in poco tempo.
E non solo da questo, è testimoniato, ma anche dai discorsi, dalle storie e dai ricordi che si affacciano di continuo nella vita di tutti i giorni.
E' un culto perciò, che spesso, è parte della vita stessa di tanti di voi, che fa parte non solo del vostro bagaglio religioso, ma anche civile e culturale e che in qualche modo, coinvolge un po' tutti; per questo, ne parlo.
Basta ricordare come la processione del ritorno da Canneto, sia la più affollata; basta ricordare come, nei giorni del pellegrinaggio, Aquino quasi si svuota, perché gran parte dei suoi abitanti segue i pellegrini lungo tutte le tappe della "via di Canneto".
Ma è anche, quello fra voi e Canneto, il legame più ricco di ricordi, di aneddoti, di racconti, di episodi che sanno a volte di leggenda, che vi tramandate di generazione in generazione e che tanta parte hanno nel libro delle vostre tradizioni più amate.
Oggi, proprio perché, la tradizione leggendaria vuole che la Madonna non lasci mai la sua valle, molti di voi, stentano quasi a credere che la statua, raggiunta tante volte a piedi, sia veramente qui, che abbia sostato per tre giorni nella nostra Città, e che adesso, si trovi nel luogo in cui, il culto dei vivi si incontra con quello di chi non c'è più.
Sembra quasi che questa immagine sia venuta per far sentire la sua presenza a tutti quelli che ci hanno preceduto e che, nella loro grande semplicità, avevano fatto di questo pellegrinaggio, un punto fermo della loro vita.
Sembra quasi che, fisicamente non possono più raggiungere Canneto, questa immagine sia venuta a restituire la visita tante volte compiuta anche in anni lontanissimi.
Proprio da qui, come sapete anche più di me, è sempre partita la lunga fila di devoti che, dopo chilometri e chilometri percorsi a piedi, in pianura e in montagna, su strade nuove e su sentieri scomodi, si ritrovano insieme ad altre moltitudini di pellegrini a pregare nella grande valle davanti all'immagine che in questo momento è in mezzo a noi.
Anche se non tutti, anche tanti pellegrini di oggi, si muovono da qui, con la stessa fede dei loro antenati, che hanno percorso quella stessa strada tanto tempo prima di loro; si muovono con lo stesso entusiasmo dei padri che non sono più, o che non possono più andare, dopo aver percorso quel lungo cammino in tempo di guerra e in tempo di fame.
Tutto questo, anche se non tutti se ne rendono conto, portano con se' i pellegrini di Canneto oggi.
Un grande patrimonio di fede popolare, di tradizioni, di nostalgia, di attaccamento alla loro terra, affidato dai loro Padri, come una grande eredità morale e affettiva.
Padri e madri, e, a volte, purtroppo anche figli, che tante volte, e con la forte, semplice devozione di un tempo, hanno compiuto quello stesso cammino, di cui sembra quasi di avvertirne la presenza nella notte della partenza da questo luogo; padri e madri che non ci sono più, e che furono tanto legati a questa tradizione che, dal mondo che noi crediamo che esista, vi affiancano idealmente nelle processioni; si preparano con voi; si mettono in fila con voi, cantano con voi, nelle vostre solenni entrate ad Atina, a Settefrati, a Picinisco ed infine a Canneto.
E questa occasione, probabilmente irripetibile, non può non portarci indietro nel tempo e farci rivivere, come in un lungo filmato della memoria, tutto quello che Canneto ha significato e ciò rappresenta anche oggi.
E dove, se non qui, cioè dal punto dal quale siete sempre partiti per Canneto, non solo voi, ma tutti quelli che abbiamo amato e che ora riposano all'interno di queste mura, il nostro ricordo davanti a questa immagine che racchiude, lo ripeto ancora una volta, la storia più vera e più autentica della nostra gente?
Per questo ringraziamo vivamente quanti hanno reso possibile questo; la realizzazione di quello che per i pellegrini di Canneto, non poteva che rappresentare un sogno.
Li ringraziamo per aver esaudito questo desiderio inespresso, e per avervi donato un momento di speranza e di serenità; per avervi permesso di essere, per tre giorni, "un popolo lieto".
Per questo, la Civica Amministrazione, sicura interprete di un sentimento così diffuso, occasione di un anno di valore simbolico così alto, ha voluto ricordare nel marmo, ed in maniera indelebile, una storia che è una bella storia in mezzo a tante brutte storie; "la lunga storia del rapporto tra Canneto e gli Aquinati.
Per questo, ha voluto ricordare i pellegrini di ieri e di oggi; per questo non poteva non ricordare questo straordinario passaggio; per questo ha dedicato alla Madonna di Canneto questo spazio così particolare, che ogni giorno, e ogni momento ci introduce alla riconciliazione con i nostri cari e ci mette in contatto con loro.
Mi auguro, al termine delle mie parole, di essere riuscito in qualche modo, ad interpretare ed i vostri sentimenti tanto profondi verso questa immagine e verso la sua e la nostra storia, e che sono certo, continuerà con la stessa intensità, anche negli anni a venire, cosicchè, anche i nostri posteri, quelli che verranno dopo di noi, potranno raccontare e ricordare, tra tanti anni, con la stessa intensità di oggi, la storia di "un popolo lieto" ancora in cammino lungo le nostre strade, per incontrare, ancora e sempre, la Madonna Nera di Canneto.
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