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INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO ALLE VITTIME CIVILI
19 Luglio 2007
Il 19 luglio 2007 alle ore 19,30 c’è stata l’inaugurazione del monumento-cippo per ricordare, secondo un’esigenza avvertita da tanto tempo, le vittime civili della guerra.
Sul monumento, oltre ai nomi di quei concittadini scomparsi, è ricordata anche la cattedrale distrutta.
La cerimonia è iniziata con un corteo partito dal palazzo comunale.
Dopo la messa celebrata di fianco al monumento, si è avuta la commemorazione da parte del Sindaco Grincia; commemorazione che viene riportata qui di seguito.
E' la sera del 19 luglio 2007....Ad Aquino si inaugura il monumento alle vittime civili della seconda guerra mondiale, voluto dall'amministrazione Grincia.
Concittadini,
ci troviamo in questo momento, in un luogo che raccoglie tanta parte della nostra storia e delle nostre memorie civili e religiose.
E’ un luogo questo che ha cambiato completamente aspetto e oggi molti non sanno cosa c’era qui, e cosa rappresentava per la vita civile e religiosa di Aquino.
E’ lo stesso luogo questo, che vedete, incredibilmente diverso da quello che vi appare da questa grande immagine che da alcuni anni abbiamo voluto riproporvi per cercare, anche con questi atti, di non far dimenticare come eravamo e chi eravamo.
E’ un’immagine ripresa il 24 maggio del 1944, quando le forze alleate occuparono la nostra Città nella difficile e tragica via verso Roma che richiese migliaia di vittime e decine di paesi distrutti.
E’ l’immagine di questa piazza e più in particolare di questo luogo dove da circa due secoli era stata eretta la chiesa cattedrale di Aquino.
Quelle dell’immagine, erano le condizioni dell’edificio in cui per tanti decenni si era svolta la vita religiosa degli aquinati, il luogo in cui avevano vissuto i momenti più intensi e intimi di una vita semplice, umile e operosa; il luogo in cui il contatto interiore con Dio, era quotidiano; il luogo in cui per due secoli vi si erano celebrate nascite, matrimoni, conclusioni della vita terrena.
Di fianco, si nota l’allora Torre campanaria semi diroccata, prima ancora torre principale del castello dei conti di Aquino, oggi tornata all’uso di torre civica.
Sapete e vedete che dopo di allora tutto cambiò; all’immagine desolata di allora e priva di gente, perché buona parte era “sfollata” per sfuggire ai pericoli, si è sostituita l’immagine di oggi, piana di vita, di movimento, di iniziative.
I cittadini tornarono, la nostra Città fu poco a poco ricostruita; la vita naturalmente ebbe la meglio; le attività ripresero; cominciò a farsi sentire anche quel benessere che pochi di noi, nel corso del tempo, avevamo conosciuto.
Riprese anche l’attività religiosa, e non poteva essere altrimenti, anche se non più in questo luogo, ma prima nella Chiesa della Madonna della Libera, poi nella nuova imponente Chiesa Cattedrale al lato opposto di questa piazza.
Qui, per vari motivi, tra cui anche la fragilità del suolo, si decise di non ripristinare l’antico tempio, e pio, nel corso dei successivi anni, forse non del tutto opportunamente, furono abbattuti tutti i resti della chiesa senza che ne rimanesse traccia.
Comunque il luogo mantenne il suo carattere sacro perché quindici anni dopo, anche a ricordo della sua antica funzione, vi fu eretto il monumento all’Immacolata, qui al nostro fianco.
Oggi, però, noi vogliamo ricordarla questa funzione di una volta, anche con un’immagine e un richiamo scolpiti nella pietra; molti non sanno o non sanno più quali ricordi e quali memorie racchiude questo luogo; tutti sappiamo come la memoria, se non aiutata e supportata da immagini o testimonianze concrete, tutti sappiamo come la memoria sia labile; a volte per volontà personale, a volte perché nessuno ce la trasmette.
Ma la memoria labile, lo sappiamo, non solo è un grave torto, ma a volte costituisce anche un affronto verso chi ha costruito il nostro mondo e la vita che viviamo oggi; perché non c’è nessuna cosa che viene dal nulla, tutto viene generato e alimentato dalla nostra storia e da chi è venuto prima di noi; e in proposito, si fa l’esempio dell’albero che senza radici muore; la stessa cosa vale per l’uomo, senza radici si vive una vita non vita, povera di sentimenti, poco incline a costruire qualcosa al di fuori di sé e per gli altri.
Ancor di più chi ha responsabilità collettive, in primo luogo le amministrazioni civiche, istituzionalmente devono tener conto di questo aspetto della vita sociale; conservare e tramandare la memoria; in modo particolare la memoria delle cose, dei fatti e delle persone su cui abbiamo costruito il nostro presente; la memoria di chi ha agito a favore degli altri, di chi ha dato la vita per gli altri; di chi, ha dovuto affrontare per colpe non sue o per decisioni non sue, anche il sacrificio della vita.
Le Istituzioni, statali e comunali, e non solo italiane naturalmente, da sempre sono consapevoli di questo, e da sempre ricordano quelli che si sono spesi per gli altri, in molti modi, basti ricordare le intitolazioni delle strade.
I fatti tragici delle guerre e di quanti hanno dato la vita consapevolmente o inconsapevolmente non vengano mai dimenticati dalla memoria collettiva; di questo siamo tutti testimoni perché riviviamo spesso come cittadini di Aquino, come italiani, e anche come cittadini del mondo, i momenti particolarmente cruenti della nostra storia più recente.
E’ con questo spirito, e in questa scia che vengono ricordati i nomi dei cittadini caduti nelle azioni di guerra e ogni paese ha voluto scolpirli nella pietra, perché la memoria scolpita è molto più duratura di quella orale.
E’ con questo spirito e con queste intenzioni che nel passato è stato fatto per i nostri caduti; è con questo spirito e con queste intenzioni che oggi noi lo stiamo facendo per quanti sono morti non combattendo, ma a causa diretta o indiretta di quegli eventi della II guerra mondiale, iniziati nel nostro territorio il 19 Luglio 1943.
Stiamo parlando delle vittime civili che a volte è più difficile ricordare se non da parte delle sole loro famiglie.
Noi, a guisa di tante altre amministrazioni che lo hanno fatto negli ultimi anni, vogliamo assolvere anche noi a questo compito particolarmente sentito, verso persone dalle età più diverse, dai bambini che avevano ancora tutta la vita da vivere, ai concittadini che si avviavano alla conclusione della loro vita.
Sono fratelli, sorelle, figli, mamme, genitori, zii, nonni, di tanti di voi che siete qui questa sera.
E’ un richiamo quello di stasera ai loro nomi che già è stato fatto tre anni fa quando fu consegnato ai familiari un attestato al merito civile; ma questa sera è un richiamo ancor più forte perché i loro nomi e quindi il loro ricordo, viene consegnato alla memoria collettiva e pubblica, di quanti, da oggi in poi, leggeranno i loro nomi.
Come ho detto, di tutte le età e anche delle più diverse condizioni sociali; tra loro c’è un giovane sacerdote di Aquino, che molte volte avrà celebrato all’interno di questa Chiesa.
È una memoria che viene consegnata a tutti perciò, ma è particolarmente consolante costatare, scorrendo l’elenco, che il loro nome continua nelle generazioni che sono venute dopo, a testimonianza dell’affetto con cui le loro famiglie hanno continuato a ricordarli.
Almeno una decina di questi nomi, infatti, sono qua in mezzo a noi, a ricordarci che la vita continua e le generazioni si susseguono sempre, quasi ad indicare quanto sacra sia la vita umana.
È un atto, questo ricordo, solenne di oggi, che da tempo aspettava di essere fatto e oggi mi sento e ci sentiamo più sollevati perché l’impegno assunto tra anni fa nella cerimonia del 4 novembre, è stato assolto e perché questo dovere è stato finalmente compiuto.
È un atto che è un dovere civico di tutta la collettività verso persone che al di là dell’età, hanno amato e servito il loro paese e la loro famiglia.
È un atto doveroso e umano che facciamo come Istituzione, come cittadini, come figli, come fratelli che cercano di non dimenticare.
È un atto che abbiamo assolto in questo luogo (come da più parti mi è stato suggerito) perché anche questo luogo ha avuto la vita troncata da quei drammatici eventi, e i loro nomi sono scolpiti proprio nel posto dove era l’ingresso della chiesa, quasi che stiano compiendo ancora l’antico e sempre nuovo gesto di entrare sommessamente nella casa di Dio, nella chiesa che era stata la loro chiesa e che in questo momento sembra accoglierli per l’eternità.
Alla loro memoria, anche noi ci inchiniamo riverenti e grati.
Il corteo per l'inaugurazione delle vittime civili di Aquino, parte dal Municipio; al centro dietro il gonfalone cittadino, e in fascia tricolore, è il sindaco Antonino Grincia.
Aquino...area della cattedrale distrutta dagli eventi di guerra del maggio del 1944.
In quel luogo, l'Amministrazione Grincia, ha voluto il ricordo per le vittime civili di quegli eventi tragici per la città di Aquino e di tutto il cassinate.
Sull'area del monumento all'Immacolata di Aquino, si inaugura il monumento alle vittime civili aquinati della seconda guerra mondiale.
Qui il sindaco di Aquino Antonino Grincia, commemora gli eventi del 1944.
Il Sindaco di Aquino Antonino Grincia, dopo aver scoperto il monumento alle vittime civili aquinati della 2 guerra mondiale.
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