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IL MONUMENTO A SAN TOMMASO

 


In questa pagina viene riportata l’aspirazione degli aquinati a realizzare un monumento a San Tommaso.

 

            Fin dal primo numero di prova del giornale “La voce di Aquino” dell’agosto 1969 si esprimeva chiaramente la volontà di erigere ad Aquino finalmente un monumento – statua al suo figlio più illustre, e questo da farsi in occasione della ricorrenza del VII centenario della morte di San Tommaso che sarebbe caduta da lì ad alcuni anni, cioè nel 1974.
            Aquino possedeva una grande e veneratissima statua in legno del “Dottore Angelico” che si trovava all’interno della Cattedrale, ma certamente un monumento all’esterno, visibile, era nei desideri di tutti. Infatti lo stesso titolo “Nelle aspirazioni di Aquino il monumento al Doctor Angelicus”. è più che eloquente. Non fu comunque cosa facile e scevro da polemiche l’iter di tale realizzazione, ma comunque lo scopo non solo fu raggiunto, ma addirittura con il Papa proprio lì davanti al monumento, a celebrare la figura di San Tommaso: all’inizio nessuno lo avrebbe immaginato.
            Il parroco don Battista, tramite una pubblica sottoscrizione che veniva man mano pubblicata anche sulla “Voce di Aquino”, cominciò a darsi da fare per raccogliere fondi, perché solo in quel modo, almeno a quei tempi, la realizzazione sarebbe stata possibile, dato che non si sperava in fondi pubblici, e infatti non ce ne furono.
            In un primo momento l’idea che si ebbe fu quella di realizzare non una vera e propria statua, ma una composizione “cosmica” con un grande cerchio d’acciaio e una stele con altorilievi della vita di San Tommaso da porsi in una cavea posta un po’ al di sotto della Cattedrale. Questa idea che non piacque molto, non si realizzò, ma la cavea fu preparata lo stesso, ed è quella che si vede oggi e che purtroppo fa sì che il monumento realizzato sia posto in un piano che è più basso del livello della piazza.
            Quel progetto non si realizzò come non si realizzò nessuno dei bozzetti presentati pubblicamente perché una commissione e “i cittadini” scegliessero quale realizzare. I costi che si cominciò a capire che sarebbero stati elevati, e l’accordo che non veniva raggiunto nella commissione di cui si è detto, rischiavano di far naufragare il progetto, visto tra l’altro il tempo che passava e il 1974 si avvicinava sempre più.
            Alla fine sia il parroco che il vescovo che seguiva la vicenda, sia il responsabile diocesano per l’arte sacra, avocarono a sè la soluzione della questione monumento, e indirizzarono la loro scelta verso uno scultore molto noto agli ambienti ecclesiastici per aver realizzato opere tra l’altro in diverse chiese italiane e straniere, tra cui anche nella chiesa di San Giuseppe a Nazaret, in Terrasanta. Si trattava del romagnolo Angelo Biancini, maestro ceramista e docente all’Accademia della ceramica di Faenza, la più nota a livello nazionale.


Il monumento a Dante, realizzato da Angelo Biancini per la città di Madrid.

 


            In seguito, con la realizzazione della sezione d’arte moderna nei musei vaticani, gli stessi musei avrebbero riservato una sala esclusivamente con le sue opere.
            Si procedette in questo modo, e anche valutando le disponibilità economiche che si avevano, si diede avvio alla realizzazione dell’opera, che sarebbe consistita nella scultura di una statua di bronzo da collocarsi davanti alla Cattedrale, esposta verso la piazza San Tommaso.
            La statua fu pronta a manifestazioni tomistiche già iniziate.
            In piena estate, la statua fu pronta per essere installata nello spazio che nel frattempo si stava sistemando secondo le direttive e il progetto dell’autore.
            Una mattina arrivò su un furgone, depositata davanti alla cattedrale e la gente cominciò a radunarsi curiosa per osservarla e valutarla. A onor del vero più di qualcuno, aspettandosi una specie di copia della statua che stava in chiesa, rimase deluso. Il San Tommaso di Angelo Biancini non rappresentava l’iconografia classica di un uomo dal corpo e da viso “pieno”, ma scavato e ieratico, cosa accentuata ancor più dal bronzo, la materia con cui la statua venne realizzata.


Il monumento a San Tommaso viene sollevato per essere sistemato nella sua sede.

 


            Comunque la gente si abituò presto a questa nuova immagine, anche se continuò a rimanere legata alla “statua in chiesa”.
            Il monumento venne sistemato su una lunga stele con pannelli scolpiti in cemento realizzati dallo stesso scultore con alla base una grande epigrafe in stile epigrafico romano, che riportava un pensiero di Papa Paolo VI su San Tommaso d’Aquino.
            L’obiettivo della realizzazione del monumento da dedicare a San Tommaso era raggiunto.
            Il 1° settembre del 1974 il cardinale Carlo Confalonieri che intervenne a una solenne e suggestiva cerimonia lo benedisse.


La pagine della “voce di Aquino” con la cronaca dell’inaugurazione del monumento a San Tommaso.


            Appena due settimane dopo, e precisamente il 14 dello stesso mese, il Papa Paolo VI, su un palco allestito davanti a “quel” monumento, commemorò e celebrò la figura del grande Aquinate, cosa impensabile fino a poco tempo prima.


Il Papa parla alla folla aquinate davanti al monumento a San Tommaso.


            In quegli stessi giorni “L’Osservatore Romano” lo onorò con la pubblicazione sulla prima pagina dell’edizione in lingua inglese.


La prima pagina dell’osservatore romano in lingua inglese con la foto del monumento a San Tommaso:
“ Aquino honour Saint Thomas Aquinas”.


            L’opera perciò era compiuta e il monumento a San Tommaso è ormai entrato a far parte del panorama di Aquino e di quello di piazza San Tommaso in particolare.
            Il giornale “La voce di Aquino” sulla prima pagina del suo ultimo numero 73-74 del 1975, pubblicava il volto della statua di San Tommaso.


La prima pagina dell’ultimo numero della “voce di Aquino” con la foto del volto di “Saint Thomas Aquinas”.

 

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