Imponenti e solitari al centro di un vasto campo, si ergono due grossi muri composti da pietre ben squadrate.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/3.jpg)
In alto è conservato parte del fregio dorico con metope, che ne costituiva il coronamento.
La parete poggia su un podio, all’esterno ancora visibile, alto due metri e quaranta e composto da quattro filari di pietre squadrate, con la prima e l’ultima che sorgono leggermente in fuori.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/6.jpg)
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/10.jpg)
L’altro frammento di muro è spesso un metro, è di stile corinzio con sette scanalature ed è conservato per tutta la sua altezza. Questo è sicuramente l’edificio dell’Aquino romana più “maltrattato” e i cui resti sono stati riadoperati un po’ dappertutto.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/4.jpg)
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/7.jpg)
Dalla chiesa della Libera ad altre chiese, per finire pare, addirittura a far da armatura ad un antico ponte sul Melfa nel punto attraversato dall’autostrada del Sole ed oggi non più esistente.
E’ stato anche uno degli edifici più studiati già nel secolo scorso, visto e disegnato da molti viaggiatori dell’epoca.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/8.jpg)
Nelle sue immediate vicinanze spessissimo sono stati effettuati scavi, legali e illegali, e ancor oggi, nonostante il “raschiamento” continuo, della terra arata a volte ancora escono delle sorprese a testimonianza della ricchezza e del numeroso materiale di cui era depositario.
Uno degli scavi più proficui ci fu all’inizio dell’ottocento. Fu scoperta la stipe votiva del tempio, ricchissima di terrecotte.
Gli scavi durarono diversi mesi, e furono così produttivi che il ministro della real Casa (di Napoli) inviò sul posto due ispettori.
Nella relazione di uno di questi sono descritti alcuni ritrovamenti probabilmente finiti nel museo archeologico di Napoli: “…osservai finalmente due teste di marmo rinvenute nello scavo suddetto, che sono colossali e di donne,…che crede il sig. can.co Spezia essere di Pallade e Giunone”.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/6.jpg)
In epoca cristiana, probabilmente nel quinto secolo, il tempio, fu trasformato in chiesa col nome di San Pietro divenendo quasi sicuramente la prima Cattedrale di Aquino.
La stessa zona oggi conserva ancora il toponimo di San Pietro Vetere e con questo nome è definita quasi tutta l’area archeologica dell’antica città.
Nel dodicesimo secolo la chiesa esisteva ancora e successivamente fu distrutta, non si sa perché, né quando.
![](../immagini/aquinoromana/CAPITOLIUM/9.jpg)
Pare che nel 1819, secondo la descrizione di uno studioso, si distinguessero ancora distintamente resti di affreschi di figure di Santi poste sulla parete di fondo.