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Il nome di Aquino
nel
mondo
Il castello fortezza ad Aquino sede in cui ha avuto origine la dinastia dei Conti di Aquino.
…. tutto è cominciato da qui
“…. Aquino, che si rende celebre in tutto il mondo, direi in tutta la storia, in tutta la cultura.
Sentivo proprio in questi giorni una religiosa (per dire quanto il vostro nome “vola per gli spazi e per il tempo”), una buona religiosa, una suora d’America….” come si chiama? “Aquinas”, che vuol dire di Aquino….
Queste parole di Papa Paolo VI dette nella grande piazza di Aquino il 14 settembre del 1974, al culmine delle celebrazioni per San Tommaso, possono ben introdurre l’argomento della diffusione del nome di Aquino nel mondo; in Italia e nel vecchio continente, ma ancor più nel nuovo mondo.
Si è sempre saputo quanto la fama di San Tommaso e lo studio della sua figura e del suo pensiero abbiano diffuso il suo, e quindi anche il nome di Aquino nel mondo, soprattutto per gli innumerevoli centri di studio a lui dedicati, ma solo con la nascita di “internet”, questo nuovo e incredibile mezzo di comunicazione e di conoscenza e soprattutto di ricerca, si riesce a capire quanto ciò sia vero, e tanto vero da lasciare stupefatti.
Dal Canada, agli Stati Uniti, al centroamerica, al Brasile, alla Colombia, all’Argentina, all’Australia, alle Filippine, allo Sri Lanka, per non parlare dell’Europa, non solo chiese, Università, centri di studio, scuole di ogni ordine e grado, college, con associazioni culturali e sportive così incredibilmente numerosi da non poter certo essere se non in minima parte riportati in questa sezione, ma anche varie città portano il nome di San Tommaso e il nome di Aquino, tanto da giustificare pienamente quelle parole di Paolo VI sul fatto che il nome di Aquino “..vola per gli spazi e per il tempo….”.
I motivi di questo fenomeno, si possono ricondurre a due motivazioni; una riguarda l’Italia, e l’altra il resto del mondo.
Il “merito” se così si può dire, per quel che riguarda l’Italia, è dovuto essenzialmente alla dinastia dei Conti di Aquino, una dinastia nata nell'alto Medioevo che divenne “padrona” del vastissimo feudo di Aquino prima gastaldato e poi contea, e che per oltre due secoli fu uno dei più potenti feudi dell’Italia meridionale, spesso in lotta non solo con i “signori” vicini, ma anche con gli imperatori normanni.
I conti di Aquino, e dopo man mano le varie ramificazioni costruirono castelli di difesa in quasi tutti i centri dei dintorni, e fin nella Valle di Comino, ma anche verso la terra d’Abruzzo e oltre.
I castelli dei Conti di Aquino attorno alla città.
La poderosa torre del castello sede della dinastia ad Aquino. Sullo sfondo i resti del castello di Roccasecca contiguo al centro della contea.
Il castello dei Conti di Aquino a Terelle, sulle pendici del Monte Cairo e in prossimità dell’abbazia di Montecassino.
Il castello dei Conti di Aquino a Monte San Giovanni (poi Campano).
Il castello dei Conti di Aquino ad Alvito, nella Valle di Comino.
Il castello dei Conti di Aquino a Vicalvi, nella Valle di Comino.
Il castello dei Conti di Aquino a San Giovanni Incarico.
I resti del castello dei Conti di Aquino a Castrocielo, dominante la pianura di Aquino.
I resti del castello di Roccasecca. In basso comincia la pianura di Aquino.
I resti del castello dei Conti di Aquino ad Esperia che controlla la via verso il golfo di Gaeta.
La torre di Rodoaldo a Pontecorvo, torre superstite di uno dei più antichi castelli dei Conti di Aquino.
Il castello dei Conti di Aquino a Pico, posto a presidio della via verso Fondi e Terracina.
Successivamente i molti rami della famiglia, divennero “signori” di molti possedimenti del meridione, dalla Campania, alla Calabria, in Abruzzo, e fino in Sicilia. Castelli e palazzi si chiamarono e continuano a chiamarsi d’Aquino, tra cui anche centri abitati (vedasi San Mango d’Aquino nella profonda Calabria e la frazione Aquino di Monreale in Sicilia). Successivamente attraverso matrimoni e acquisizioni di altri titoli nobiliari, al loro antico nome di Aquino, si aggiunsero quelli dei d’Avalos, Sanseverino, Caramanico, con possedimenti che spaziavano dall’Adriatico, allo Ionio, al Tirreno.
San Mango d’Aquino in provincia di Catanzaro in Calabria.
Un’immagine del castello di Belcastro sempre in Calabria. Già nel ‘200 i Conti di Aquino avevano esteso i loro domini fin verso queste terre.
Caramanico in Abruzzo. Un ramo della dinastia si impossessò anche di questa città e al loro nome di Conti di Aquino
aggiunsero anche quello di Caramanico.
Loreto Aprutino sempre in Abruzzo. Il potere dei Conti di Aquino arrivò fin qui. Anche qui come a Belcastro
c’è una forte devozione verso San Tommaso d’Aquino.
Ancora oggi discendenti di queste dinastie continuano a fregiarsi di questi titoli nobiliari, soprattutto in Campania; e non solo loro, ma i tanti a cui il nome di Aquino rimase come cognome e che tramite loro, in Italia ha avuto anche una discreta diffusione.
Recentemente il Comune di Aquino, proprio per riallacciare idealmente i rapporti con quell’antica dinastia che da Aquino ha avuto origine e ne ha preso il nome, ha voluto concedere la cittadinanza onoraria ad uno degli ultimi discendenti della casata, il principe Guido D’Aquino di Caramanico; lo ha fatto con una solenne cerimonia nel palazzo comunale la sera del sei di marzo del 2008, presenti anche diversi sindaci delle Città dei dintorni una volta facenti parte della contea.
Palazzo Comunale di Aquino: un momento della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Guido d’Aquino,
principe di Caramanico, uno degli ultimi discendenti della dinastia.
Diversa la motivazione della diffusione del nome di Aquino fuori dell’Italia, prima in Europa (soprattutto in Francia, Spagna e Germania), poi, dal ‘500 in poi, nel resto del mondo con le scoperte geografiche, la colonizzazione, e poi di pari passo l’evangelizzazione e la creazione delle “missioni” in queste nuove terre.
Va da sé che in questo caso la motivazione sia tutta riconducibile alla figura di San Tommaso d’Aquino e al ruolo che l’ordine a cui era appartenuto, quello dei Domenicani, ebbe nella evangelizzazione delle nuove terre; un ruolo di assoluto primo piano, uguale, se non superiore a quello dei francescani.
E’ noto che insieme ai primi esploratori viaggiavano anche i primi monaci, in questo caso domenicani e francescani, i due ordini monastici più influenti della Chiesa, e missionari, che avevano il compito di portare il vangelo agli abitanti delle nuove terre; questo anche per disposizione dei re di Spagna e Portogallo. Appena alcuni anni dopo la scoperta del nuovo continente che sarà chiamato America, francescani e domenicani cominciarono a sbarcare nelle Antille, le stesse isole toccate da Cristoforo Colombo. I re di Spagna si curarono personalmente dell’evangelizzazione delle nuove terre.
Già nel 1502 arriva nell’isola che poi sarà chiamata Santo Domingo il famoso monaco domenicano Bartolomeo de Las Casas, riconosciuto grande diffusore del cristianesimo e protettore degli indios. Altri domenicani si spingono nelle terre dell’istmo e in Sud America (Nicaragua, Perù, Colombia, Ecuador, Brasile). Insieme ai francescani che operano nelle zone del Messico, fondano le loro missioni, piccole chiese con poche case attorno, e poi più tardi cominciano a fondare scuole, ospedali, orfanatrofi.
Battezzarono quanti più indigeni possibile e si spinsero sempre più all’interno. Sia i francescani, sia i domenicani, battezzarono con il nome dei loro grandi santi, non solo gli indigeni che convertivano, ma danno questo nome anche a molte di queste terre e a tante loro piccole missioni che poi diventarono Città. I Domenicani daranno il nome del loro fondatore, San Domenico, e dell’altro grande domenicano, San Tommaso d’Aquino, verso cui sentivano una venerazione non inferiore a quella per san Domenico. Ecco spiegato il perché la grande isola su cui per primi misero piede ha questo nome…Santo Domingo – San Domenico – ecco spiegato il perché nella stessa isola, nella parte che poi è diventata repubblica di Haiti, c’è una città che si chiama Aquin; spesso ai battezzati poi veniva dato il nome Aquino in onore del grande santo del loro ordine.
Una carta della Repubblica di Haiti nell’isola di Santo Domingo. La città di Aquin è indicata dalla freccia.
Questa zona della grande isola fu colonizzata dai francesi.
La baia di Aquin sul mar dei Caraibi.
Nelle Antille esiste anche una piccola isola (oggi paradiso dei turisti) chiamata poi Saint Thomas; in Brasile ci sono tre cittadine che hanno il nome dell’Aquinate; una si chiama direttamente Aquino, altre due Sao Tomà de Aquino.
Quasi contemporaneamente essendo l’ordine domenicano, ordine predicatore per eccellenza e tale infatti si chiama (O.P. ordine dei predicatori) e quindi dedito soprattutto all’azione culturale, si cominciarono a fondare scuole e nei secoli successivi si sarebbero spinti anche nell’America settentrionale dove avrebbero fondato centinaia di chiese, di università, di scuole, di centri di alta cultura che ancora oggi sono all’avanguardia; e sono così tanti che è possibile elencarli solo in minima parte. A moltissimi di questi centri fu dato il nome del loro grande confratello San Tommaso; spesso nella accezione latina derivante dal luogo d’origine facente parte del suo nome, e cioè “Aquinas”.
Una scuola superiore intitolata all’Aquinate in Florida, negli USA, precisamente a Fort Lauderdale.
Alcune delle tantissime chiese e scuole intitolate a Thomas Aquinas negli Stati Uniti in Canada e in Australia.
Un’immagine di Dom Aquino nel Mato Grosso del Brasile. La cittadina ha ottomila abitanti che si chiamano domaquinesi.
A Santo Domingo quella che si può definire la prima università del nuovo mondo, sorse nel 1538 e porta anche una data precisa, il 25 di ottobre e fu intitolata a San Tommaso.
Poco tempo dopo un’altra università sempre dedicata a San Tommaso, venne fondata nel Costarica; alcuni decenni dopo a Bogotà, la capitale della Colombia, venne fondata quella che ancora oggi è l’università cattolica più importante del Paese e che porta il nome dell’Aquinate.
La facciata dell’Università di Santo Tomas a Bogotà, la capitale della Colombia.
Quasi contemporaneamente, a Cristoforo Colombo e agli emuli degli anni successivi, il grande esploratore portoghese Ferdinando Magellano che, per conto del re di Spagna Filippo II cercava nuove rotte verso le Indie Orientali sbarcò nell’arcipelago che poi proprio in onore del re di Spagna si sarebbe chiamato Filippine, e precisamente nell’isola di Cebu. Quasi subito gli spagnoli cominciarono l’opera di conversione al cattolicesimo degli abitanti di quelle isole. La cultura spagnola, attecchì tanto, che ancora oggi molti nomi filippini, sono in lingua spagnola.
La conversione al cattolicesimo, che fa sì che quel Paese sia l’unico asiatico a maggioranza cattolica, portò inizialmente anche a battesimi “di massa”. I domenicani, nella loro opera di conversione, battezzarono moltissimi con nome “Aquino” che dopo naturalmente si è diffuso in quell’arcipelago per discendenza. Molti si sono meravigliati quando diversi anni fa ha cominciato a diffondersi per il mondo il nome della famiglia Aquino che avrebbe raggiunto la massima carica istituzionale, con l’elezione a presidente di quella repubblica della signora Corazon Aquino. Meravigliati giustamente, perché non riuscivano a spiegarsi come mai in quelle lontane terre questa famiglia avesse il nome di Aquino e si chiedevano se per caso c’entrasse con la Città di san Tommaso. C’entra, perché il nome di Aquino che trova traduzione nella altre lingue (tedesco, francese e inglese, “Aquin”) nella lingua spagnola rimane Aquino.
Un’immagine di Corazon Aquino, leggendaria presidente della Repubblica delle Filippine, da poco scomparsa.
Il figlio Benigno “Noynoy Aquino” eletto a sua volta presidente delle Filippine.
La lettera di ringraziamento che il Presidente delle Filippine Benigno Aquino, ha inviato al Sindaco di Aquino Antonino Grincia, per gli auguri che il Sindaco gli ha rivolto in occasionedella sua elezione a Presidente delle Filippine.
Negli ultimi anni questa famiglia è stata la grande “sponsor” del nome Aquino, (e ancor lo sarà in futuro, data la probabile elezione a presidente di quella repubblica del figlio di Corazon Aquino, e cioè Noy Noy), ma non bisogna anche in questo caso dimenticare che il nome Aquino (anche in questa dizione originale) ce l’hanno in molti anche negli Stati Uniti d’America, e nell’America Latina, e alcuni hanno
Una famiglia americana dal cognome d’Aquino, si è creata questo stemma con il “leone rampante” dei Conti d’Aquino.
Come si può intuire dal motto “Sedo et Sano”, si tratta della famiglia di un noto medico.
raggiunto anche una certa notorietà in vari campi, dalla politica dallo sport alle scienze.
Anche nelle Filippine ci sono centri abitati che portano il nome dell’Aquinate; questi sono Santo Tomas nel distretto di Paugasinan; santo Tomas nell’isola di Luzon, e Santo Tomas nel distretto di Isabela, Santo Tomas nella provincia di Batangas.
La città di Santo Tomas nella provincia di Batangas nelle Filippine. La città è un grosso centro di 57.000 abitanti.
A tutto questo si deve aggiungere che anche la più importante università delle Filippine e la più antica università di tutta l’Asia, è quella di San Tommaso d’Aquino di Manila la capitale, che è anche la più grande università cattolica del mondo.
L’antica sede della Università “S. Tommaso d’Aquino” di Manila . Oggi la parte antica dell’Università fondata dal domenicano
Miguel de Benavides è circondata da un grandioso campus moderno.
Lo stemma dell’Università . Al centro il “Sole di Aquino” immagine simbolo dell’Aquinate.
Un francobollo delle Filippine per ricordare i 400 anni della prima parrocchia intitolata a Thomas Aquinas
nella città di Mangaldan nel distretto di Pangasinan, città fondata dai domenicani.
L’università che si è molto ampliata come è immaginabile e comprende anche la facoltà di medicina ma che conserva tutta la sua struttura antica, fu fondata nel lontano 1611, il 26 aprile per l’esattezza, ed è tuttora retta dai padri domenicani, lo stesso ordine cha la fondò.
Ma non solo nelle Filippine, Paese come si è visto a grande maggioranza cattolica, ma anche in altri Paesi asiatici università e scuole hanno il nome di San Tommaso.
L’università cattolica del nord intitolata a “Santo Tomas de Aquino” nella città di Tucuman in Argentina.
A Colombo nello Sri Lanka (l’ex Ceylon) nel 1954 è nata l’università cattolica “San Tommaso”. In Australia, seguendo l’esempio degli Stati Uniti e del Canada, molte scuole superiori e college si chiamano “Aquinas” o “Sain Thomas Aquinas”. Gran parte di queste scuole, secondo lo stile anglosassone esprimono anche associazioni culturali e sportive connesse alla scuola; abituale perciò vedere fuorieggiare squadre di calcio, di basket e di baseball e di rugby indossare divise con la scritta “Aquinas” in grande evidenza; né è raro vedere poste in vendita magliette, tute, zaini e vario abbigliamento sportivo ma non solo, con l’immagine di san Tommaso e la scritta “Aquinas”.
Una maglietta e una borsa del gruppo sportivo di un “college” americano intitolato “Saint Thomas Aquinas”.
Una squadra di Rugby che porta il nome “Aquinas” di un altro college nordamericano.
Un giocatore di basket della squadra “Aquinas” di una scuola superiore intitolata all’Aquinate.
In California, nella prestigiosa Napa Valley famosa per i vigneti, anche dei vini si fregiano del nome “Aquinas”.
Aquino house; l’architettura d’avanguardia di una villa messicana.
Oggi, l’aeroporto internazionale di Manila, capitale delle Filippine, porta il nome di Ninoy Benigno Aquino, il marito di Corazon, vittima di un attentato; in Messico, una grande villa famosa per le sue forme architettoniche d’avanguardia, porta il nome di “Aquino house”; a Berlino un grande albergo si chiama ….. hotel Aquino.
L’etichetta “Aquinas” di una grande azienda vinicola della California.
Dieci anni fa il Laos, il lontano stato asiatico, ha coniato una moneta dedicata a Thomas Aquinas; nel 2000 il Bhutan, piccolo Stato posto tra l’India e la Cina ha emesso un francobollo dedicato all’Aquinate. Un nome quello di Aquino che continua…. “a volare per gli spazi e per il tempo…”.
Nel 1999 il Laos, lo stato asiatico, ha emesso questa moneta dedicata a San Tommaso (Aquino collezione privata)
per celebrare il millennio che si stava concludendo.
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