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IL CASTELLO DI AQUINO

Il castello dei Conti d’Aquino non è attualmente visibile in quella che fu la sua conformazione originaria. I tanti rifacimenti operati nel corso dei secoli per soddisfare mutate esigenze umane, oltre ovviamente agli effetti di guerre e terremoti, ne hanno alterato l’originaria fisionomia.
È possibile, tuttavia, nei limiti di spazio qui consentiti, formulare un’ipotesi su tale primitiva conformazione attraverso una lettura ragionata dell’orografia della zona e di alcune strutture ancora visibili ( o visibili fino a qualche tempo fa e di cui si conserva la memoria), le quali si possono sicuramente far risalire all’epoca in cui il manufatto fu costruito.
            Tali strutture sono:

  • la grande torre “battifolle”,
  • le mura del palazzo comitale;
  • i resti di un bastione a nord;
  • i resti della fondazione di un bastione “gemello” al precedente;
  • la torre tonda ad ovest;
  • il bastione semicircolare a sud ( visibile fino a qualche anno fa, ora crollato ).

Proviamo ad immaginare l’ambiente naturale preesistente alla edificazione del castello: un grande masso di travertino, altimetricamente degradante procedendo da est verso ovest, circondato dalle acque di un lago e unito al resto del territorio solo da stretti guati verso le due sponde del lago più vicine, di cui una ( quella ad est ) terminante a strapiombo.
Quale posizione migliore, in pianura per la costruzione di una fortezza; non a caso il luogo venne scelto.
La dislocazione e la consistenza delle fortificazioni fisse fu naturalmente condizionata dalle caratteristiche geomorfologiche del luogo.
Si è detto che il masso aveva andamento altimetrico degradante ed era logico che il palazzo comitale, per motivi strategici, si edificasse nella sua parte più alta, che era quella rivolta verso la strapiombante sponda est del lago, posta alla sua stessa quota e da cui distava circa cinquanta metri, questa collocazione aveva inoltre il vantaggio di consentire, realizzando un viadotto, un accesso rapido e agevole al cuore del castello.
La facilità di accesso, però, se era un bene in tempo di pace poteva costituire una grossa debolezza in tempo di guerra; ma questa debolezza fu brillantemente superata realizzando, su di una serie di arcate, uno stretto passaggio di accesso al castello ed edificando a sua difesa la imponente torre battifolle (1), ossia la torre più alta e munita, che in ogni castello rappresentava il punto più fortificato e l’estremo baluardo; la torre aveva anche la funzione di scoraggiare il dispiegamento, sulla sponda prospiciente, di macchine da guerra ( catapulte, torri mobili, ecc ) le quali, se indisturbate, avrebbero potuto colpire il palazzo.
L’accesso al castello, pertanto,avveniva attraverso uno stretto budello delimitato dall’imponente torre battifolle e dalla naturale asperità dello strapiombo, con alla fine un probabile ponte levatoio; elementi tutti che resero sempre problematico l’assedio.
Ora questa parte non più percepibile nella sua forma originaria perché il burrone è stato colmato da detriti di risulta che hanno dato origine alla attuale piazzetta.
Negli altri punti le fortificazioni potevano non essere particolarmente munite a causa della presenza delle acque del lago che costituivano di per sé una naturale difesa del presidio.
Ci spiega perché a differenza della torre battifolle che si è conservata pressoché intatta (tranne le aperture arcuate praticate nella parte alta quando fu trasformata in torre campanaria 9, di queste fortificazioni restano poche strutture, o solo, purtroppo, vaghe descrizioni affidate alla memoria degli anziani. Si può comunque affermare che sicuramente torri e bastioni erano almeno in numero di cinque, compresa la battifolle e che tali elementi erano uniti tra loro da una cinta muraria continua e compatta.
Si può senz’altro ipotizzare, poi, che, com’era consuetudine nelle costruzioni fortificate dell’epoca,  all’interno della cinta muraria vi fossero due zone ben distinte:

  • la prima, la più alta, cui direttamente si accedeva dalla porta ad est e riservata alla corte dei conti d’Aquino, comprendeva il palazzo comitale, l’unico pozzo per l’approviggionamento dell’acqua, gli alloggiamenti della servitù e della truppa, nonché le scuderie
  • la seconda zona, sicuramente la meno edificata, era concepita come baluardo e definiva uno spazio in cui trovavano collocazione ulteriori alloggiamenti militari e ricoveri di fortuna per il contado in caso di emergenza.

L’asse viario di collegamento, verosimilmente gradinato tra le due zone e tra queste e l’esterno del castello si sviluppava lungo una direttrice est-ovest ( attuale Via S. Costanzo ) che comportava probabilmente tre aperture, di cui la prima e la terza aprivano il castello all’esterno e la centrale metteva in comunicazione le due zone interne.
Dell’accesso al castello dal lato est si è già detto; dal lato ovest la comunicazione con il resto del territorio avveniva molto probabilmente con l’ausilio di un ponte ligneo retrattile protetto dalla torre tonda presente in questo punto.
In conclusione gli elementi ancora visibili, letti nel loro insieme, portano ad ipotizzare una struttura omogenea, che lascia pensare all’attuazione di una idea, di un “ progetto ” militare originario ben definito e importante.


Castello dei conti d'Aquino e borgo medievale..oggi.

 


Il borgo fortificato del castello dei conti di Aquino come appare attualmente.


Il castello dei conti di Aquino oggi..ricostruzione al computer.

 


L'area del castello dei conti d'Aquino..oggi in una veduta aerea.

 


La torre di san Tommaso e il castello dei conti d'Aquino..oggi.

 


La torre romboidale del castello dei conti di Aquino.

 


L'area attuale del castello dei conti di Aquino al computer.

 


Ricostruzione del castello fortificato dei conti d'Aquino nell'alto medioevo.

 


Ricostruzione della pianta del castello di Aquino....Frosinone.

 

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